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La nuova scienza dell’intercettazione del cancro

Fermare le malattie mortali prima che inizino a manifestarsi: la nuova scienza dell’intercettazione del cancro

 

Immagina se il tuo medico potesse intercettare precocemente il cancro prima che inizi ad espandersi nel tuo corpo, per poi darti la cura giusta per evitare che prenda piede. Questa ricercatrice spiega come lei e altri scienziati stiano lavorando per trasformare in realtà questo concetto all’avanguardia.

In merito al trattamento del cancro, sappiamo da tempo che prendere la malattia nei suoi primissimi stadi è la soluzione chiave per avere maggiori successi. I nostri scienziati stanno facendo progredire questa idea: stanno cercando di intercettare le cellule sospette prima che diventino maligne e inizino a proliferare.

Il presupposto che sta dietro a questa nuova strategia, nota come intercettazione del cancro, è capire perché alcune cellule sane diventino tumorali e come i farmaci possono essere sviluppati per interrompere tale processo e fermare potenzialmente la malattia prima che invada il corpo.

Sembra promettente, no?

Anche noi la pensiamo così, ecco perché abbiamo incontrato Ming Qi, M.D., Ph.D., Direttore di Ricerca clinica in ematologia e oncologia, Ricerca & Sviluppo di Janssen, per saperne di più su come funziona l’intercettazione del cancro.

D: Potrebbe spiegare l’idea che sta dietro al concetto di intercettazione del cancro?

R: Si tratta di un concetto relativamente nuovo, ma di ampio significato. Una volta che il cancro prende piede, diventa più complesso e più resistente agli interventi terapeutici standard, come la chemioterapia.

Ma prima di questo, la malattia di solito si sviluppa lentamente in diversi anni ed è spesso preceduta da cellule pre-maligne che tendono ad essere più facili da trattare. La teoria che sta dietro all’intercettazione del cancro è quella secondo cui, scoprendo queste cellule pre-maligne e attaccandole, abbiamo più chance per una potenziale cura per il cancro.

D: Intercettare il cancro è l’opzione attualmente in uso per trattare qualsiasi forma della malattia?

R: Sì. Un classico esempio di una forma efficace di intercettazione è il rilevamento precoce dei polipi del colon tramite colonoscopia. I polipi sono un precursore del cancro del colon e, se vengono rimossi chirurgicamente, è possibile evitare che il cancro si sviluppi.

D: Ci può raccontare come avviene la ricerca dell’intercettazione del cancro, in particolare con il mieloma multiplo?

R: Come accade con il cancro del colon, anche il mieloma multiplo (una forma di tumore del sangue) ha un precursore identificabile. È noto come mieloma multiplo smoldering (SMM), che produce determinate proteine che possono essere misurate sia nel sangue che nelle urine. Di solito queste proteine anomale si manifestano prima che la persona abbia i sintomi del cancro.

Circa il cinque percento dei pazienti affetti da SMM continuerà a sviluppare il mieloma multiplo in circa 10 anni, ma in alcune persone questo progredisce molto più rapidamente, in circa uno o due anni. Queste sono le persone che vorremmo davvero essere in grado di curare con un farmaco che potrebbe potenzialmente intercettare la malattia ed evitare la formazione del cancro.

Attualmente stiamo svolgendo uno studio di fase due proprio su questo aspetto. È un’area di ricerca piuttosto difficile, perché i pazienti affetti da SMM non hanno il cancro e non sono tecnicamente ammalati, quindi si può usare solamente un farmaco che sia estremamente sicuro e atossico. Inoltre, serve un farmaco che sia conveniente, perché la maggior parte dei pazienti lavora ancora e non può assentarsi per molti giorni per ricevere il trattamento in ospedale.

D: Dove si colloca l’intercettazione del cancro all’interno dello schema generale della ricerca sul cancro?

R: Penso che rappresenti il futuro. Dal momento che la prevenzione è una parte importante della lotta contro il cancro, penso che l’intercettazione diventerà sempre più importante per molti tipi di cancro. Ad esempio, un altro gruppo di ricercatori di Johnson & Johnson sta osservando l’intercettazione del cancro della prostata.

Grazie alla tecnologia e alla nostra capacità di osservare adesso le cause genetiche della malattia, stiamo scoprendo sempre di più come si sviluppa il cancro, cosa che alla fine ci offre molti modi per trattare la malattia negli stadi pre-tumorali e piuttosto precoci.

D: Qual è il potenziale vantaggio di questo lavoro?

R: Imparare ad individuare e trattare il cancro prima che inizi a manifestarsi potrebbe ridurre notevolmente il numero di persone che muoiono a causa della malattia.

In termini di SMM, nello specifico, lo standard di cura attuale è in vigile attesa; i pazienti vengono monitorati ogni tre-sei mesi per vedere se hanno sviluppato il cancro.

Ma come può immaginare, è molto stressante e provoca molta ansia. Queste persone vivono costantemente con la minaccia di poter sviluppare il cancro ogni giorno e non possono fare niente per evitarlo. Se li potessimo trattare a quello stadio, non solo eviteremmo tutta la preoccupazione, ma potremmo anche salvar loro la vita.

D: Deve essere eccitante essere all’avanguardia in un approccio completamente nuovo per la ricerca sul cancro. Come si svolge?

R: Il mio lavoro è estremamente eccitante e, proprio per questo, mi fa rimanere sveglia di notte. Da un punto di vista della ricerca, si tratta di un territorio del tutto nuovo, quindi non ripetiamo il lavoro già fatto da altri. Pertanto ogni aspetto, dal disegno delle nostre sperimentazioni cliniche alla selezione dei pazienti, ci pone davanti a sfide uniche. Ci penso continuamente.

Ma ne vale la pena perché, se possiamo trovare una cura, ci saranno molte più persone che non dovranno più vivere nella paura, chiedendosi quando o se svilupperanno il cancro. Ho molte speranze per la nostra ricerca, sto guardando molto avanti, verso il giorno in cui, se tutto va bene, potremo dire che ha funzionato.

Questo articolo, scritto da Ginny Graves, è comparso per la prima volta sul sito jnj.com.